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LA DOTTRINA DEL “SEPARATE BUT EQUAL”: IL REGIME DELL’APARTHEID NEGLI STATI UNITI

9 Luglio 2023
LA DOTTRINA DEL “SEPARATE BUT EQUAL”: IL REGIME DELL’APARTHEID NEGLI STATI UNITI

“We hold these Truths to be self-evident,

that all Men are created equal,

that they are endowed by their Creator

with certain unalienable Rights,

 that among these are

Life, Liberty, and the pursuit of Happiness”

Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti d’America

Nonostante i principi di uguaglianza ed emancipazione siano alla base della società americana, la comunità afroamericana durante i decenni è stata e, in alcuni aspetti lo è ancora oggi, tutt’altro che trattata in maniera uguale.

Infatti, la comunità afroamericana, prima per mezzo dell’istituzione della schiavitù e successivamente della segregazione, ha visto le proprie libertà limitate e i loro diritti fondamentali violati.

Per apartheid, o segregazione raziale negli Stati Uniti si intende il sistema di dominazione della popolazione bianca nei confronti della comunità Afroamenricana.

Tale regime, sorto dopo la fine della Guerra Civile nel 1865, affondava le sue radici nell’istituzione della schiavitù predominante negli Stati del sud del paese prima della fine del conflitto.

L’istituzione della schiavitù, considerata una delle più grandi cicatrici nella storia degli Stati Uniti, già da parecchi anni prima dello scoppio della Guerra Civile era motivo di tensione.

Il governo federale e gli stati settentrionali del paese desideravano rendere la schiavitù illegale e promuovere l’emancipazione della popolazione afroamericana. Gli stati sudisti, invece, non avevano alcuna intenzione di rinunciare all’istituzione perché avrebbe significato un collasso del proprio sistema economico, politico e sociale.

Nonostante la schivitù non sia considerata come l’unico motivo che portò allo scoppio del conflitto nel 1861, essa costituì il motivo dietro la secessione degli stati sudisti dall’Unione, che portò alla costituzione della Confederazione.

La Guerra Civile, tra i suoi obbiettivi, aveva la promozione e la diffusione dei principi di ugualianza ed emancipazione insieme al ripristino dell’Unione dove la schiavitù fosse solo un brutto ricordo.

Il conflitto terminò dopo quattro anni con la vittoria dell’Unione e dette inizio a quello che viene chiamato dagli storici come il periodo della Ricostruzione. Tale periodo prevedeva non solo la ricostruzione dell’Unione dalle brutalità del conflitto, ma anche il controllo politico da parte del governo federale degli stati sudisti.

Il periodo della Ricostruzione fu caratterizzato da una serie di atti e leggi volti a rendere la società americana più equa e integrata.

Il passo più significativo da parte del Congresso americano fu la ratifica di quelli che gli storici definiscono gli emendamenti della Ricostruzione, che includono il 13°, 14° e 15° emendamento della costituzione statunitense.

I tre emendamenti resero in primis la schiavitù illegale e successivamente garantirono agli ex schiavi la cittadinanza americana, il diritto all’uguale protezione, il diritto di voto e il diritto a poter godere di tutti i privilegi e le immunità di ogni cittadino americano. Nonostante le varie misure legislative prese dal Congresso, l’istituzione della schiavitù e il principio di segregazione della comunità afroamericana era così radicato nella società sudista che le azioni del governo federale ebbero degli effeftti minimi sulla condizione degli afroamericani in tali stati. Infatti, a partire dal 1865, gran parte degli stati sudisti emanarono delle leggi, noti come Black Codes, che avevano come scopo quello di continuare a segregare e discriminare la comunità afroamericana e violare i loro diritti. In pratica i Black Codes potrebbero essere considerati come un prosieguo del regime schiavista, solo con un altro termine. Attraverso i Black Codes, gli stati sudisti continuarono a porre delle limitazioni e restrizioni ai diritti degli afroamericamericani. Mentre alcuni diritti come quello di possedere una proprietà o il diritto di sposarsi fossero garantiti, i Black Codes violarono quelli che sono considerati i diritti fondamentali degli ex-schiavi come il diritto di assemblea o il diritto all’istruzione. Inoltre, i Black Codes posero delle restrizioni anche sul tipo di occupazione che gli afroamericani potessero svolgere, limitandoli a lavori con un basso reddito. Nonostante l’opposizione da parte del Congresso, gli stati sudisti continuarono a segregare e discriminare la comunità afroamericana, relegandola ai margini della società. Questo atteggiamento da parte degli stati sudisti era sintomatico di quanto radicati fossero il pregiudizio e la riluttanza di promuovere l’emancipazione e l’uguaglianza degli afriamericani.

Questa riluttanza divenne ovvia con la sentenza della Corte Suprema degli Stati Uniti nel caso Plessy v Fergusson, decisa nel 1896.

La Corte Suprema in Plessy rese la segregazione razziale legale e supportò la dottrina del “separate but equal”, già radicata negli stati sudisti. In Plessy v Fergusson la più alta corte del paese affermò che, a condizione che le strutture riservate agli afroamericani e al resto della popolazione fossero uguali in numero e condizione, la segregazione razziale era legale e costituzionale. Come era facilmente prevedibile la sentenza ebbe degli effetti disastrosi sulla condizione degli afroamericani negli stati dove erano in vigore le leggi segregazioniste. Tali stati, con la sentenza Plessy, ebbero la possibilità di porre ulteriori restrizioni nei pochi ambiti che non erano stati toccati dai Black Codes. Tra gli ambiti che, dopo Plessy, furono oggetto della segregazione razziale  ci fu quello dell’istruzione, attraverso la segregazione degli studenti afroamericani in scuole fatiscenti e con corsi di studio non avanzati. Nonostante Plessy promuovesse l’uguaglianza in termini di servizi, gli afroamericani e i servizi a loro riservati erano tutt’altro che uguali.

Il sistema di segregazione razziale governò il sud del Stati Uniti per oltre un secolo, con la comunità afroamericana che vedeva pian piano i propri diritti violati e le loro libertà limitate. Un punto di svolta circa la segregazione degli afroamericani si ebbe nel 1954 quando la Corte Supreme si espresse nel caso Brown v. Board of Education. In Brown la corte Suprema ribaltò la sentenza del caso Plessy v. Fergusson e la dottrina del “separate but equal”, affermando che la mera distinzione e segregazione tra una razza e l’altra implica la superiorità di una razza, in questo caso quella bianca rispetto a quella afroamericana. Tuttavia, il più grande merito che la Corte Suprema ebbe in Brown fu quello di rendere  illegale e incostituzionale la segregazione razziale. Di conseguenza nessuno stato avrebbe potuto, senza violare la costituzione, discriminare la popolazione afroamericana. Con Brown sarebbe dovuto iniziare il processo di desegregazione negli stati dove erano presenti delle restrizioni sulla base della razza.Tuttavia, questo processo fu tutt’altro che semplice e rapido perché vide l’opposizione degli stati sudisti a procedere alla desegregazione, i quali cercarono in tutti i modi di rallentare tale processo.

Un esempio di quanto il processo di desegregazione non fosse ben visto e venne ostacolato in qualsiasi modo fu il famoso episodio che coinvolse una giovane attivista per i diritti civili Rosa Parks, la quale viveva nello stato dell’Alabama. La giovane si trovava nella città di Montgomery e salì su un bus per tornare a casa. Non essendoci altri posti liberi la donna si accomodò nel settore riservato a chiunque con l’obbligo, tuttavia, per la popolazione afroamericana, di dover cedere, se richiesto, il proprio posto ad una persona bianca. Quando, alla richiesta dell’autista, la giovane si rifiutò di cedere il suo posto, la polizia la arrestò e incarcerò con l’accusa di condotta impropria. L’episodio che coinvolse Rosa Parks, noto come il boicottaggio dei bus di Montgomery, è di solito riconosciuto come l’evento che mise in subbuglio l’intera popolazione afroamericana. Appena appresa la notizia dell’arresto di Rosa Parks i maggiori esponenti del movimento per i diritti civili e dei diritti per le donne tra cui Martin Luther King e Malcom X, si mobilitarono per protestare verso le leggi di segregazione imposte nei diversi stati. Per esempio, nello stato dell’Alabama le proteste durarono per più di un anno in cui la popolazione afroamericana, con l’appoggio dell’opinione pubblica, protestò affichè la legge che permetteva la segregazione venisse eliminata.

L’episodio che vide protagonista Rosa Parks non fu un caso isolato perchè ancora oggi gli afroamericani vedono i loro diritti violati e sono soggetti a episodi di razzismo e di pregiudizio. la strada verso una totale uguaglianza è ancora molto lunga.

Per la redazione

Cristina Castro

Per la redazione

Cristina Castro

 

 

 

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