“EL AGUA ES LA SANGRE DE LA PACHAMAMA”

L’ACQUA È IL SANGUE DELLA MADRE TERRA
La Legge 30 dicembre 2018, n. 14, in Italia, prevede delle agevolazioni a favore di chi compra auto elettriche. Fino al 2021, se acquisti un’auto elettrica, hai diritto a questi incentivi statali:
- Fino a 6.000 euro, con rottamazione della tua auto usata;
- Fino a 4.000 euro, senza rottamazione della tua auto usata.
Sempre più sono le leggi che incentivano l’uso della mobilità sostenibile. Le auto elettriche, orami, non sono più il sogno di un futuro lontano, ma sempre più presenti nelle nostre strade, scatenando un’agguerrita competizione sul piano del mercato.
Ogni di noi possiede un tablet, un PC e cellulare o due, che ogni 3 anni, finisce nel cassetto dei telefoni rotti e ne viene acquistato uno nuovo. Sulle strade delle nostre città si stanno facendo strada le bici o i monopattini elettrici.
Il futuro sarà sempre più GREEN e sempre più legato all’utilizzo del litio.
Ma cos’è il litio e perché smuove le coscienze ad riflessione e in alcuni casi ad una lotta?
Il litio è un elemento chimico, il suo simbolo è Li. Appartiene al gruppo dei metalli alcalini. Di tutti gli elementi solidi è il più leggero (0,535 g/cm2), viene infatti usato soprattutto per la realizzazione delle leghe che conducono il calore, nelle batterie e anche per realizzare alcuni farmaci come per esempio gli antipsicotici. Quando il litio è scaldato, si produce una fiamma color cremisi. Se invece brucia intensamente, ecco che la fiamma diventa di un colore bianco brillante.
Secondo lo studio dell’Öko-Institut tedesco, se si vogliono raggiungere gli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi, la domanda globale di litio nelle applicazioni di mobilità potrebbe salire a 240 mila tonnellate entro il 2030 e fino a 1,1 milioni di tonnellate entro il 2050.
Si può immaginare chiaramente quanto questo oro bianco, quindi, stia attirando l’attenzione delle grandi potenze del mondo, Cina, Usa e Ue, stia scatenando una vera e propria corsa alla conquista, prima ancora che del litio, di terre e di popolazioni.
Argentina, Cile e Bolivia formano il cosiddetto ‘triangolo del litio’ che rappresenta il 60% delle risorse mondiali di questo minerale.
“La minería está dañando la biodiversidad y profundizando la crisis climática”,
L’estrazione del litio implica diverse conseguenze in primis per il territorio e per le comunità locali, lo spreco di risorse idriche e il consumo del suolo che il procedimento estrattivo impone è molto elevato, quasi 2.000 litri di acqua per una tonnellata di litio.

Nel territorio di Salinas Grandes, in Argentina, vivono le comunità locali, comunità indigene, che da prima ancora dell’arrivo dei colonizzatori. L’Argentina è il quarto Paese al mondo per produzione di litio. Ma la cosa interessa poco le popolazioni indigene costrette a convivere con l’estrazione senza sosta del litio, attraverso un uso spropositato di acqua e di sostanze chimiche.
Da tempo ormai gli abitanti della Salinas hanno imboccato la via della protesta pacifica e nonviolenta. Il governatore Gerardo Morales con una riforma della Costituzione, “express” senza consultazioni anticipate e informate, ha concesso senza freni ogni tipo di estrazione nella provincia di Jujuy, nel Nord dell’Argentina.
Il testo proposto include due articoli che mirano a riconfigurare la gestione della proprietà delle terre appartenenti ai popoli originari. L’obiettivo è quello di consegnare le terre alle multinazionali, per render loro più facile l’estrazione e lo sfruttamento del litio.

I popoli originari ne hanno subito denunciato l’incostituzionalità. Questa non solo nega il loro diritto alle terre ancestrali, ma si pone contro alla Convenzione dei popoli indigeni e tribali del 1989 (n.169). Stando all’articolo 15 della Convenzione, infatti, il governo deve consultare le popolazioni indigene prima di intraprendere o permettere qualsiasi programma di esplorazione o sfruttamento di risorse appartenenti alle loro terre.
È così che il 17 luglio 2023, le comunità indigene si sono unite nel “Tercer Malón de la Paz”, cioè la terza marcia nella storia dell’Argentina, le prime due avvennero nel 1946 e nel 2006 quando popoli indigeni marciarono chiedendo la restituzione dei loro territori, verso la capitale Buenos Aires. Il Tercer Malón, partito dal nord di Jujuy è arrivato a Buenos Aires il 1 di agosto Dia de la Pachamama, chiedendo oltre che rispetto per i popoli nativi e la terra madre, l’abrogazione della riforma della Costituzione locale alla Corte Suprema di Giustizia (CSJ), l’archiviazione delle cause giudiziarie avviate contro le persone che hanno partecipato alle diverse mobilitazioni e le dimissioni del governatore Gerardo Morales e del capo della polizia, Horacio Herbas Mejía per abuso di forza nelle operazioni di repressione.
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