Brevi considerazioni sull’educazione alla sessualità e all’affettività.
Spesso ci capita per strada, nei bar, nelle metro, negli autobus, nei supermercati, di sentire gli occhi addosso di chi ci guarda con fare incuriosito.
Questo genere di comportamento è figlio di una cultura maschilista e giudicante e che per forza di cose deve cambiare e che per fortuna, tantissimi, uomini e donne come me, hanno già attivato nel modo di intendersi liberi.
A scuola, in Italia o in Europa, si parla ai Ragazzi di Libertà Sessuale?
Perché ancora assistiamo a momenti di cronaca molto tristi, a stupri, a gravidanze indesiderate in giovanissime, alla crescente casistica del dilagare di malattie sessualmente trasmissibili?
Siamo sicuri di fare proprio del nostro meglio come adulti per guidare il giovane all’idea dell’esperienza sessuale come atto piacevole, di scoperta e soprattutto come atto consensuale?
Diciamocelo, il sesso non è una vergogna, il piacersi non è una vergogna e avere le idee chiare rispetto ai temi della prevenzione, della salute e del rispetto del diverso e delle altre culture è cosa fondamentale.
L’educazione sessuale intra-scolastica è nata ufficialmente in Svezia, dove divenne obbligatoria in tutte le scuole nel 1955. In Germania ciò è avvenuto nel 1968, mentre in Francia è diventata legge dal 2001.
In Italia invece non è ancora obbligatoria, a discapito di qualche iniziativa che dovrebbe sensibilizzare riguardo la violenza sulle donne. Forse siamo un pochino indietro.
La libertà sessuale intesa come libertà di espressione è un tema fondamentale che tocca ognuno di noi, che ci consente di scoprirci, di conoscere il proprio corpo, di sentirci bene, ed è fondamentale anche conoscere quelle che sono le differenze tra noi e le altre culture.
In Italia per esempio, non si parla molto della sessualità delle donne che arrivano da altri paesi, e sono molte le differenze che per esempio legano noi e alcune donne dell’Africa del sud che arrivano nel nostro paese in cerca di un posto sicuro. Secondo quanto stimato dall’OMS – Organizzazione Mondiale della Sanità, infatti, 200 milioni di donne in tutto il mondo hanno subito una mutilazione genitale: l’80% di questi casi si trova in Africa. Un dato che evidenzia la radicale diffusione di questo problema nel continente.
La mutilazione genitale femminile (MGF) è una pratica dalle origini antiche e cruenta, che consiste nella rimozione parziale o totale dei genitali esterni femminili, per ragioni non mediche. Tale pratica infatti non è necessaria dal punto di vista medico, e viene applicata principalmente per ragioni legate alla cultura e alla religione.
Ma cos’è davvero il benessere sessuale?
Ecco la definizione che ne dà l’OMS: “È uno stato di benessere fisico, emotivo, mentale e sociale in relazione alla sessualità; non è solo assenza di malattia, disfunzioni o infermità. La salute sessuale richiede un approccio positivo e rispettoso alla sessualità e alle relazioni sessuali, così come la possibilità di avere esperienze sessuali piacevoli e sicure, libere da coercizione, discriminazione e violenza. Per la salute sessuale, da raggiungere o mantenere, i diritti sessuali di tutte le persone devono essere rispettati, protetti e messi in atto.”
La libertà sessuale la intendo cruciale nella fase più semplice e più intensa dell’esistenza, ossia, quando questa libertà ci definisce come esseri pensanti, come corpi che si muovono in libertà, come disegni che si muovono nell’aria a definirsi tramite un pianto, un movimento, una parola. Come a dire che la sessualità è cosa innata in noi.
La nostra cultura, a partire dalla presenza della Chiesa, ci ha istruito alla sessualità come atto di sola procreazione e ci dimostra come la sessualità, intesa come benessere psicofisico individuale sia stato per molto tempo un tabù, una vergogna, un qualcosa da nascondere, da tenere tra le mura di casa. A scuola, come già accennato, è da poco che se ne parla più liberamente, e internet sicuramente aiuta i ragazzi a saperne di più.
Solo 43 anni fa, nel 1981, veniva abolito in Italia il delitto d’onore e il matrimonio riparatore, meno di una vita fa, ancora eravamo pervasi da questa gestione della donna, nello specifico, questo controllo invasivo e invadente che ancora oggi noto in alcune persone che sono state cresciute con l’idea che il sesso sia un qualcosa di vergognoso, seppur intrinseco nella natura di ognuno di noi.
La libertà sessuale intesa come la vedo io è la libertà di esistere secondo la propria natura, è la libertà di essere se stessi, la libertà di avere la calma e la pazienza di capirsi.
È la libertà di uscire di casa come si vuole, di vestirsi come ci si sente, di avere il tempo per se stessi, di amarsi, di avere cura di se stessi, e non del giudizio dell’altro.
Vi sono ancora tantissimi passi in avanti da fare, e l’invito che faccio con questa breve riflessione e spunto di idee, in riferimento alle diverse culture e alla religione che in ogni modo è dentro le nostre culture, di cercare di portare al meglio il nostro contributo, di cercare di essere più presenti nel discorrere con i giovani e anche con i meno giovani, della tematica della libertà, della libera espressione e di smetterla di guardare l’altro come diverso, ma imparare a rispettarci, sempre.
Per la redazione
Francesca Drago
Madonna – Papa Don’t Preach
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