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L’USO DELLE SOSTANZE ALLUCINOGENE

12 Giugno 2023
L’USO DELLE SOSTANZE ALLUCINOGENE

I ricercatori dibattono da decenni sul rapporto tra le sostanze allucinogene e l’arte rupestre. Antiche culture di varie parti del mondo hanno infatti lasciato un’eredità di rappresentazioni astratte, a volte quasi psichedeliche, su superfici di roccia e pareti di caverne. Di seguito se ne riporta una prova:

In uno studio pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences, un team di ricerca internazionale riporta di aver ritrovato, nelle fessure del soffitto di una caverna sacra, residui masticati – risalenti a 400 anni fa – di Datura, una pianta dalle potenti proprietà psicoattive.

Situata vicino al confine dei territori tradizionalmente appartenenti al popolo Chumash (California Meridionale), la caverna è stata denominata Pinwheel Cave (Grotta della girandola) per via del disegno rosso a forma di girandola ben visibile sul suo soffitto curvo.

I ricercatori pensano che il disegno rappresenti un fiore di Datura che, aprendosi al crepuscolo, assume una forma a girandola, e che il sito sia stato un luogo per la celebrazione di riti di gruppo durante i quali veniva consumata tale sostanza. Il dipinto rappresenterebbe quindi la visione psichedelica che gli sciamani ricevevano durante la trance allucinogena.

All’interno della grotta ci sono alcuni segni astratti, macchie e strisce rosse; la “girandola”, individuata dagli archeologi nel 2002, è il disegno più definito. L’immagine si trova su un tratto degradante del basso soffitto, a circa un metro dal suolo. Durante il solstizio d’estate, un raggio di sole la attraversa. La Datura è una pianta molto pericolosa, con conseguenze mortali se assunta in dosi elevate: ma allora perché assumerla se vi era il rischio altissimo- quasi certo- di morire?

Nella cosmologia del popolo Chumash, presso il quale era abituale il consumo della pianta durante le cerimonie di iniziazione e i riti sciamanici, la datura apparteneva a una speciale categoria di piante, considerate come esseri affini all’uomo: veniva rappresentata con le sembianze di un’anziana donna di nome Momoy. Si tratta, infatti, di un essere sacro invocato nelle preghiere, è usata nelle pratiche di purificazione e come erba curativa.

Di seguito, un’altra prova- stavolta europea- che vede le droghe protagoniste di riti sciamanici:

Una ciocca di capelli di un individuo vissuto a Minorca (isole Baleari, Spagna) 2.900 anni fa è la prima prova diretta del consumo di droga in Europa: lo rivela uno studio pubblicato su Scientific Reports, che ha analizzato i resti di un rituale funebre ritrovati nella grotta di Es Càrritx, a ovest dell’isola spagnola.

Atropina, scopolamina ed efedrina: sono queste le sostanze allucinogene (tutte alcaloidi) di origine vegetale ritrovate nei capelli studiati, contenuti in piccoli recipienti di legno in una stanza utilizzata come spazio funebre.

Secondo gli esperti, queste sostanze non venivano utilizzate come medicinali: «L’analisi ha dimostrato che il proprietario della ciocca di capelli consumò queste sostanze per almeno un anno, ma non sappiamo in che modo», spiega Cristina Rihuete-Herrada, una degli autori.

In una delle stanze della grotta di Es Càrritx venivano celebrati dei riti funebri durante i quali i capelli dei defunti si tingevano di rosso, si pettinavano e se ne tagliavano delle ciocche per inserirle in tubi cilindrici chiusi. Dei circa 210 individui che vennero seppelliti lì, solo alcuni vennero sottoposti a questa pratica, probabilmente sciamani.

L’impiego di queste sostanze trova la sua radice nella cultura di ogni popolo, antico ma anche attuale (e non solo primitivo!). I riti sciamanici si inseriscono in una cornice socio-culturale ampia, che fonda ciascuna cultura. E’ la spiegazione del mondo, l’andamento della quotidianità, corpo e anima che si uniscono per un piano ordinato più alto.

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