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 MANDELA DAY

9 Luglio 2023
 MANDELA DAY

Il Mandela Day viene istituito il 18 luglio del 2009 per commemorare le azioni di “Madiba” (nome attribuito a Mandela dalla sua tribù di origine).
Il primo Mandela Day, nonostante i 13.000 chilometri che separano gli Stati Uniti d’America dal Sudafrica, avvicina i cittadini di queste due nazioni grazie al comune gesto della mano aperta con il pollice premuto contro le altre quattro dita, diventato simbolo del Nelson Mandela International Day, giornata istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (Risoluzione A/RES/64/13) che invita le persone di tutto il mondo a dedicare 67 minuti del proprio tempo, corrispondenti agli stessi anni che Mandela ha dedicato alla lotta politica contro le leggi razziali, per accettare la sfida e dimostrare come ciascuno di noi possa fare la differenza attraverso un gesto di servizio.
  I 67 anni di battaglie di Nelson Mandela iniziano all’età di 34 anni, quando supportò energicamente l’intensificazione della lotta guidando la Defiance Campaign, una campagna di disobbedienza civile contro le leggi discriminatorie. Queste azioni ebbero l’effetto di catapultare sia il programma dell’African National Congress (ANC), l’organizzazione politica sudafricana impegnata nella lotta per i diritti civili degli africani neri, sia lo stesso Mandela al centro dell’attenzione pubblica.
   Durante la campagna di resistenza del 1952, Mandela emerse come un leader di spicco, dimostrando una straordinaria determinazione nel contrastare l’apartheid. Giocò un ruolo di grande importanza nell’adozione della Carta della Libertà, un programma che definiva gli obiettivi e i principi del movimento e forniva una base solida per la lotta contro le ingiustizie del sistema segregazionista rappresentando, di conseguenza, un momento fondamentale nel movimento anti-apartheid.
   Le radici dell’azione politica di Mandela contro le leggi razziali si estendono al 1962, quando, dopo 17 mesi di clandestinità, Mandela fu imprigionato e accusato di sabotaggio, tradimento e cospirazione violenta, col tentativo di rovesciare il governo. Nel suo discorso al processo di Rivonia, che durò oltre quattro ore, trasformò ciò che molti consideravano un processo-farsa in una testimonianza contro l’apartheid, denunciando “la mancanza di dignità umana subita dagli africani. La nostra lotta è per il popolo africano, ispirata dalle nostre sofferenze e dalla nostra esperienza. È una lotta per il diritto di vivere, e se necessario, è un ideale per cui sono disposto a morire”.
   Durante la sua prigionia, nonostante non avesse ancora l’autorità ufficiale per parlare a nome dell’ANC, Mandela avviò negoziati segreti con il governo sudafricano attraverso il ministro di giustizia Kobie Coetsee, con l’obiettivo di discutere la possibilità di raggiungere una soluzione pacifica e democratica per il paese. Attraverso prolungate discussioni, le due parti arrivarono a concordare una serie di misure volte a porre fine alla discriminazione razziale e a pianificare un governo democratico. Questo momento rappresentò dunque un punto di svolta nella storia del Sudafrica, in quanto gettò le basi per la transizione verso una democrazia post-apartheid.
   Allo stesso tempo, nel corso dei suoi 27 anni di prigionia in diverse carceri sudafricane, Mandela divenne il simbolo stesso della lotta contro l’apartheid. Egli divenne l’uomo più famoso del Paese e, contemporaneamente, il prigioniero politico più celebre al mondo. La sua fama e il suo status di leader carismatico contribuirono a sollevare l’attenzione internazionale sulla situazione in Sudafrica. Già nel 1960, alcuni membri delle Nazioni Unite iniziarono a invocare sanzioni e nel corso del tempo queste richieste divennero sempre più insistenti. Nel 1990, in risposta alle crescenti proteste dell’ANC, alle pressioni internazionali e alla minaccia di una guerra civile, il nuovo Presidente del Sudafrica, F.W. de Klerk, si impegnò a porre fine all’apartheid, facendo di quel momento storico il simbolo della fine di decenni di oppressione e la prospettiva di un futuro di uguaglianza e giustizia per tutti i sudafricani. Come parte di questa iniziativa, Mandela fu liberato dalla prigionia all’età di 71 anni.
   Le radici dell’azione politica di Mandela si consolidarono definitivamente nel 1994, quando l’ANC divenne un partito politico legale e conquistò il 62% dei voti, eleggendo Mandela come primo presidente nero del Paese. Durante i suoi cinque anni di presidenza (maggio 1994 – giugno 1999), Mandela guidò la definitiva transizione dal vecchio regime basato sull’apartheid alla democrazia, conquistando la legittimità mondiale per il suo impegno nella riconciliazione nazionale e internazionale. Questa transizione fu agevolata dall’istituzione della Commissione per la verità e la riconciliazione del Sudafrica, che mirava a creare le basi per una giustizia riparativa in un paese ancora segnato da decenni di lotta.
 Oggi, il Nelson Mandela International Day rappresenta un monito per mantenere viva l’attenzione sui diritti umani nel mondo e ricordare quanto sia necessario lottare contro la povertà al fine di promuovere la giustizia sociale e il rispetto dei diritti, sotto l’egida dello slogan “Action Against Poverty”. Come scrisse Mandela nella sua autobiografia, “il vero banco di prova della nostra dedizione alla libertà è appena iniziato”

Per la redazione

Guglielmo Accardo

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