AUGURI E PRESAGI
Se osservando il cielo si vedono bombardieri…
Gli àuguri al tempo dell’Antica Roma erano gli interpreti del volere degli dei che si esprimeva attraverso il volo degli uccelli. Da queste osservazioni ricavavano dei “presagi” cioè delle previsioni di eventi buoni o cattivi per qualcuno o per il popolo.
Osservando questi tempi di guerra e di devastazione dell’ambiente i presagi per una gran parte dell’umanità non sono certamente positivi eppure si avverte ovunque un crescente desiderio di bene e di felicità per sé e per gli altri che si traduce in un rinnovato impegno sul piano della solidarietà, della fiducia e della condivisione di speranze comuni.
L’augurio allora per il nuovo anno è che ciascuno di noi possa diffondere il desiderio che accada qualcosa di bello e di positivo per ogni essere vivente del nostro pianeta e che si faccia espressione e relazione stessa di questo desiderio.
Gli auguri infatti si fanno sempre al plurale perché la loro essenza è la molteplicità e la reciprocità.
“Ad maiora” dunque! (come dicevano i latini) Andiamo verso orizzonti più grandi dove tornino a volare gli uccelli e arrugginiscano i bombardieri.
Per la redazione
Rossano Salvatore
La cura – Franco Battiato
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