CHE COS’E’ LA DIPENDENZA

“Le dipendenze non sono problemi
di forza di volontà o moralità.
La dipendenza è una malattia potente e complessa
e le persone che hanno una dipendenza
non possono semplicemente smettere,
anche se lo desiderano.”
Istituto A.T. Back
Per DIPENDENZA si intende un’alterazione del comportamento che da semplice e comune abitudine diventa una ricerca esagerata del piacere o ricerca di sollievo raggiungibile solo attraverso sostanze o comportamenti che sfociano in una condizione patologica.
La persona dipendente perde ogni possibilità di controllo sull’abitudine e la sostanza o l’oggetto della dipendenza assume un ruolo centrale nella vita dell’individuo.
Si è in presenza di una DIPENDENZA PATOLOGICA quando la persona non può fare a meno di una sostanza o di un comportamento malgrado i danni fisici, psicologici, legali, familiari, che l’uso di queste sostanze o la messa in atto di quel determinato comportamento procura.
Il DSM-5 è il manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, che si occupa di classificare e suddividere le malattie mentali in categorie sulla base della descrizione dei sintomi e del decorso della malattia.
Le dipendenze si differenziano in due macrocategorie a seconda “dell’oggetto di dipendenza”:
DIPENDENZE DA SOSTANZE:
Da sottolineare che non tutte le sostanze qui indicate creano dipendenza fisica nelle persone, seppure creino una forte dipendenza psicologica; spesso i soggetti dipendenti tendono a pensare cose come:“se non prendo la sostanza non riesco a stare bene o non riesco a divertirmi”
Tra le sostanze che possono creare dipendenza troviamo:
- Cocaina
- Alcool
- Allucinogeni Classici (LSD, peyote, psilocibina, DMT, ayahuasca)
- Droghe dissociative (PCP, ketamina, MDMA, salvia)
- Oppiacei (morfina, codeina, eroina)
- Anfetamine e Metanfetamine
- Steroidi
- Tabacco
- Cannabis
DIPENDENZE COMPORTAMENTALI:
Non correlate al consumo di sostanze ma ugualmente nocive per le persone che ne soffrono.
Questo tipo di dipendenza risulta difficile da individuare e classificare perché è complesso stabilire un confine tra comportamenti normali e comportamenti additivi nel momento in cui non si tratta di sostanze. Tra le dipendenze comportamentali troviamo:
- Ludopatia
- Dipendenza da internet e da smartphone
- Shopping compulsivo
- Workaholism (ovvero la dipendenza dal lavoro)
- Dipendenza da cibo
- Dipendenza dal sesso o dalla pornografia
- Dipendenza affettiva
- Dipendenza da sport
Nelle dipendenze, seppur diverse, si manifestano alcuni comportamenti ricorrenti come incapacità di controllo rispetto l’uso della sostanza, forte compromissione dei comportamenti sociali, incapacità di considerare il rischio dell’uso della sostanza.
Secondo il report “Psicologia e Prevenzione delle dipendenze” dell’Ordine degli Psicologi della Lombardia le attuali condizioni culturali in cui si collocano tutti i comportamenti di dipendenza in Italia presentano un NUOVO STILE DI CONSUMO sia delle sostanze psicoattive, sia dei giochi d’azzardo o di altri comportamenti rischiosi.
Nell’ultimo periodo si tende a normalizzare l’utilizzo della sostanza o del gioco (“lo fanno tutti”, “lo hanno fatto o lo fanno anche i grandi”), e lo si rende compatibile con ogni stile di vita (“ma io studio, lavoro…”, “ho successo”).
Si osservano quindi alcuni FATTORI RILEVANTI NELLO SVILUPPO DELLE DIPENDENZE.
- precocizzazione del consumo, nelle fasce più giovani della popolazione dovuta alla progressiva diffusione in contesti di “quotidianità”;
- tendenza alla “normalizzazione” del comportamento nel contesto sociale;
- scarsa percezione del rischio;
- scarsa percezione dell’illecito.
LE CAUSE DELLA DIPENDENZA non sono univoche e, come per molti altri disturbi psicologici, possono essere analizzate solo prendendo in considerazione diversi fattori di rischio.
Secondo il Ministero della Salute, nel suo Dipartimento per le Politiche Anti Droga, diversi aspetti possono influenzare la probabilità di sviluppare una dipendenza possiamo elencare:
- neurobiologici (come la compresenza di disturbi mentali)
- individuali (come caratteristiche specifiche di personalità)
- socio-ambientali (relativi alle caratteristiche del contesto sociale in cui l’individuo cresce).
Sebbene ci siano dei fattori che aumentano il rischio di dipendenza è ancora poco chiaro cosa distingua una persona che diventa dipendente da una che, invece, non svilupperà mai un comportamento d’abuso.
Si è dimostrata efficace nel TRATTAMENTO DELLE DIPENDENZE da sostanze e delle dipendenze comportamentali, la Terapia Cognitivo Comportamentale (CBT).
L’obiettivo della CBT è quello quindi di rendere la persona consapevole di tali pensieri, della sua dipendenza e delle ragioni scatenanti, con il fine di intervenire su tali pensieri e apprendere strategie comportamentali più funzionali per gestire le emozioni negative.
In un’intervista il professore Luigi Cancrini, psichiatra e psicoterapeuta, fondatore e direttore del Centro Studi di Terapia Familiare e Relazionale, ha insegnato all’Università “La Sapienza” di Roma, principale diffusore delle campagne di informazione sulle dipendenze in Italia, sostiene che “Nella tossicomania, la persona presenta un coinvolgimento totale nella dipendenza – si pensi a ‘Il Giocatore’ di Dostoevskij – sono necessari interventi di contenimento e allontanamento dalle situazioni di pericolo attraverso le comunità terapeutiche”
Tutto questo può avvenire solo tramite incentivi alla sanità pubblica che finanzia i centri di recupero come i SerD: servizi pubblici per le dipendenze patologiche del SSN e si occupano di attività di prevenzione primaria, cura, prevenzione patologie correlate, riabilitazione e reinserimento sociale e lavorativo.
I tagli fatti in questi anni alla Sanità “stanno avendo conseguenze importanti sui servizi per il trattamento delle dipendenze, sia a livello del pubblico che del privato sociale. I SerD hanno organici estremamente ridotti e non vengono rinnovati; infatti, lo stesso accesso alle comunità terapeutiche è reso difficile dalle ristrettezze in cui si trovano questi servizi.”
Oltre al trattamento delle dipendenze patologiche, la PREVENZIONE è uno step importante nell’affrontare questo problema per sviluppare la consapevolezza, che risulta cruciale nell’affrontare atteggiamenti di abuso.
Se si considera che le prime dipendenze nascono in età adolescenziale, sarebbe fondamentale attuare dei PROGRAMMI DI INFORMAZIONE in modo capillare su tutti i tipi di dipendenza (da sostanze e comportamentali) all’interno delle istituzioni scolastiche, luoghi di aggregazione e luoghi ricreativi.
In un’ottica proibizionista si tende a pensare che tutte dipendenza siano simili tra loro, ma come abbiamo visto, così non è.
Costruire dei modelli di informazione senza censure ma, al solo fine conoscitivo degli effetti e dei rischi delle sostanze o i comportamenti che possono condurre alla dipendenza, potrebbero essere un punto di partenza per rendere le persone più giovani maggiormente consapevoli e disincentivare l’avvicinamento.
di Alice Marmo
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