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PSICHE

18 Ottobre 2022
PSICHE

“La nostra psiche è costituita in armonia con la struttura dell’universo, e ciò che accade nel macrocosmo accade egualmente negli infinitesimi e più soggettivi recessi dell’anima.”

Carl Gustav Jung

Lunedì 10 ottobre è stata la Giornata Internazionale della salute mentale dove la parola “salute” porta in sé il perfetto equilibrio tra benessere fisico, sociale e psicologico.

Il richiamo nella nostra mente quando si parla di benessere fisico e sociale è più immediato e più diretto, ma quando si cita quello psicologico entriamo nel girone delle incertezze o, forse, delle cose che non si possono dire.

Ma cosa è la psiche?

Forse è la domanda principale dalla quale bisognerebbe partire per seguitare il nostro ragionamento.

La parola psiche viene dal greco ψυχή, connesso con ψύχω (“respirare, soffiare”) e significa

  1. l’insieme delle funzioni sensitive, affettive e mentali grazie alle quali l’individuo ha esperienza di sé e della realtà esterna.

L’etimologia greca del termine psiche si riconduce all’idea del ‘soffio’, cioè del respiro vitale.

In questo senso, la storia del concetto di psiche viene a coincidere con quella del concetto di anima. Già Omero nella sua poesia parlava di psiche riconducendola al soffio che si emette nel momento della morte e, sempre nell’antica Grecia, Psiche è il nome di un personaggio mitologico che rappresenta la personificazione dell’amore umano.

A livello filosofico, invece, il termine viene usato da Aristotele per indicare la causa della vita, cioè la “forma” del corpo. In seguito, Platone ne parla sottolineando la “caduta” dell’anima nel corpo dall’iperuranio e, secondo la successiva concezione neoplatonica, la psiche o anima di un organismo è un’unità indivisibile e preesistente, di cui ogni essere vivente è animato e tendente contemporaneamente a un proprio fine e a una meta universale.

Il progresso della scienza ha però portato all’evoluzione del concetto di psiche e, nel corso del tempo, col medesimo termine ci si è riferiti a tre concetti distinti, in base all’ambito di considerazione:

  • psiche come essenza spirituale (in ambito religioso);
  • psiche come insieme delle facoltà mentali e conoscitive (in filosofia);
  • psiche intesa come il complesso delle funzioni e dei processi che danno all’individuo esperienza di sé e del mondo e che ne informano il comportamento (in psicologia moderna).

Per quanto riguarda l’ultimo punto, che è il più collegato alla Giornata del 10 ottobre da cui siamo partiti, ricordiamo che secondo Freud. L’inconscio, la dimensione più interna e profonda della persona, è resa visibile, solo in parte, dal conscio. Nella sua visione, queste due parti sono ulteriormente seguite dal preconscio che è la zona che comprende i ricordi che vengono rimossi dalle azioni “protettive” del cervello, ma che possono essere recuperati con più facilità.
Freud ha teorizzato una struttura della psiche divisa in tre istanze (Es, Super Io e Io):

  • il termine Es indica ogni struttura psichica in cui vengono stabiliti gli stimoli (ad esempio la fame), i bisogni e i sentimenti (ad esempio l’invidia o la fiducia), che sono anche il mezzo che ci permette di percepire le sensazioni, per lo più in modo inconsapevole, guidando così il nostro comportamento;
  • il Super Io è la rappresentazione della coscienza che si oppone all’Es con la morale e l’etica;
  • l’Io rappresenta una sorta di ago della bilancia tra gli altri due, in quanto parte che cerca di trovare un equilibrio tra la necessità di rispondere agli stimoli in modo immediato e istintivo e la spinta contraria data dalle opinioni morali ed etiche.

Wilhelm Reich,  allievo di Freud ampliò il concetto di psiche aggiungendo una dimensione più “fisica”.
Si focalizzò sulla globalità dell’individuo e iniziò a considerare anche il “corpo” (ovvero il modo di presentarsi, muoversi, la sua postura, la sua mimica), non più soltanto le pulsioni, i conflitti e le difese, l’inconscio e il suo mistero. Teorizzò, dunque, che la salute psicologica dipende dalla libera circolazione dell’energia biologica nel nostro corpo e che la malattia mentale è causata da un blocco di questa energia, che non scorre più e causa malessere fisico e psichico.

Secondo Reich, infatti, l’infelicità umana deriva da una mancata comprensione dell’importanza del corpo e dei suoi bisogni, che gli individui soffocano, perdendo il contatto con la propria energia vitale e con il piacere di vivere. Soltanto avendo cura dei nostri processi psicologici e delle nostre ferite emotive possiamo iniziare una conversione del nostro sguardo sul mondo e sugli altri.

Seguendo questo ragionamento. La nonviolenza partendo dal modo di comunicare con gli altri e dal modo di guardare verso di noi e verso gli altri può contribuire, con tenerezza e con accettazione, a curare tutte quelle ferite e fragilità che la nostra mente porta con sè.

Non siamo sicuri di aver davvero risposto alla nostra domanda iniziale su cosa sia la psiche, probabilmente è un concetto troppo vasto per riuscire a racchiuderlo in così poche parole. Speriamo, però, di aver alimentato il dialogo e le domande al riguardo, perché sono le basi fondamentali che permettono di arrivare alla consapevolezza, che, nel nostro caso, vorrebbe dire dare lo stesso peso che si dà al benessere fisico e sociale anche al benessere psicologico.

La redazione

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