SESSUALITA’
La sessualità è una parola che sa essere una barriera ma può celare anche sentimenti di libertà, può essere una privazione ma è anche uno strumento per conoscere meglio se stessi.
La sessualità è un fatto collettivo e individuale.
Se ne parla molto poco e quando se ne parla lo si fa male. Anzi, a volte si tratta di un argomento che troviamo in molte storie, nei giornali e nelle conversazioni con amici, ma viene sempre mascherato, tirato fuori quasi con imbarazzo, stereotipato e forzato con luoghi comuni. E quando ci ritroviamo a parlarne, lo facciamo con ironia, scherzandoci sopra, usando nomignoli che infantilizzano e minimizzano la questione.
E se solo prendessimo più seriamente la sessualità, forse la maggior parte dei nostri rapporti amorosi prenderebbero un altro piede, incluso il rapporto profondo con noi stessi.
La parola sessualità si rintraccia sotto il termine sessuàle, dal latino sexualem, e dall’insieme di sexus “sesso” e la terminazione –àlem che indica appartenenza.
L’etimologia della parola ci suggerisce che si tratta del complesso dei fenomeni attraverso i quali due organismi della stessa specie si scambiano tra loro del materiale genetico per la conservazione della specie. Si tratta dell’insieme delle attività che portano un individuo alla ricerca del piacere fisico e mentale. La sessualità non va infatti considerata solo dal punto di vista fisico, ma anche psicologico, sociale e culturale.
In antropologia, il concetto di sessualità è stata spesso studiato analizzando l’organizzazione della vita di alcuni gruppi locali. Gli studiosi sono arrivati alla teoria che nelle società moderne la diversità sessuale è un fatto statico ed esistente che si basa su un dato biologico immutabile. Allo stesso tempo, è stato scoperto che alcuni gruppi della Nuova Guinea vedono l’identità sessuale di una persona come un concetto con molte sfumature, in grado di cambiare nel tempo in base ai vari cicli della vita. In particolare, il gruppo dei Bimin-Kuskusmin, circa 1.000 persone insediate vicino alla sorgente Sepik nella Nuova Guinea, contempla il concetto di identità di genere come qualcosa di molto fluido, ed è possibile trovare persone che nel corso della vita decidono di cambiare identità e sentirsi appartenenti all’altro genere di nascita.
Secondo la psicologia, il concetto comune che intende la sessualità come un istinto andrebbe rivisto attraverso riferimenti più approfonditi sulla natura etnologica e psicanalitica dell’individuo. Secondo la psicanalisi infatti la sessualità non include solo quelle attività per ricevere piacere in funzione del proprio apparato genitale ma tutta una serie di esperienze che si fanno sin dalla prima infanzia che tendono a soddisfare un bisogno fisiologico. Secondo Sigmund Freud, il bambino alla nascita già padroneggia un’energia sessuata e un’organizzazione sessuale che può apparire normale nell’infanzia ma patologica nell’adulto. La psicanalisi moderna ha criticato la teoria di Freud perché si basava solo sul determinismo biologico e non sull’influenza sociale. Le psicanaliste moderne, soprattutto con l’emergere dei femminismi, hanno elaborato uno schema di sviluppo della sessualità femminile scollegata da quella maschile, quest’ultima era l’unica presa in considerazione dagli studi di Freud.
Oggi la parola sessualità si è ampliata in un ventaglio di terminologie ad essa collegati. Grazie alle riflessioni delle nuove generazioni e all’emergere di nuovi casi studio, spesso preoccupanti, sono stati affrontati nuovi argomenti prima mai esplorati.
Nel mondo contemporaneo si educano i giovani sul concetto del consenso sessuale, si ampliano le prospettive dell’identità di genere e della conoscenza di sé, si fa un percorso su l’accettazione dell’asessualità e si contempla la paura nei confronti della sessualità.
Si prova quindi a fare ricerca, sapere e cultura anche su questo tema, fuori e oltre gli schemi più consolidati che la storia ci ha consegnato.
Per la Redazione
Elisabetta Di Cicco
I 6 stili sessuali. Qual è il tuo? – Michele Mezzanotte
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