IL BAMBINO CHE NON HA DIMENTICATO IL SUO SOGNO

La storia di Felix Finkbeiner e di Plant-for-the- Planet
«Perché gli adulti non credono mai nei sogni che facevano da piccoli?»
Da film Mr Magorium e la bottega delle meraviglie
Felix Finkbeiner
«Until you dig a hole, you plant a tree, you water it and make it survive, you haven’t done a thing. You are just talking.»
«Finché non scavi una buca, pianti un albero, lo annaffi e lo fai sopravvivere, tu non hai fatto niente.
Stai solo parlando.»
Wangari Maathai
Felix Finkbeiner è nato l’8 ottobre 1997 a Monaco di Baviera ed è stato uno dei tanti bambini ambientalisti, in lotta da sempre contro i cambiamenti climatici, come Greta Thunberg, come Timoci Naulusala[1], come Ridhima Pandey[2].
Il suo attivismo iniziò a gennaio 2007, quando aveva nove anni. In quel periodo, una delle sue insegnanti assegnò alla sua classe una ricerca sui cambiamenti climatici, e, mentre cercava informazioni al riguardo, incontrò la figura di Wangari Maathai, un’ambientalista keniota, Premio Nobel per la pace nel 2004.

Nel 1977 aveva fondato la Green Belt Movement e, dagli anni ’90, aveva intrapreso una campagna di sensibilizzazione contro la deforestazione. Quando Finkbeiner fece la sua ricerca, era riuscita a piantare 30 milioni di alberi in Kenya (da allora, il numero è cresciuto e ha superato i 51 milioni). Questa personalità, questa lotta e questa storia colpirono molto il bambino. Così, quando fece la sua presentazione in classe, sostenne che i bambini avrebbero dovuto piantare un milione di alberi in ogni Paese del mondo. Qualche mese dopo, il 28 marzo, piantò il suo primo albero insieme ai suoi compagni di classe, nel giardino della sua scuola, lanciando ufficialmente Plant-for-the-Planet.
Un anno dopo, nel 2008, presentò la sua idea davanti alle Nazioni Unite e l’anno seguente parlò alla conferenza Tunza per l’infanzia e la gioventù dell’UNEP (United Nations Environment Programme) a Deajon, in Corea del Sud.
Il 4 maggio del 2011 ha raggiunto il suo primo obiettivo, piantando il suo milionesimo albero davanti ai ministri dell’ambiente di 45 Nazioni. Quello stesso anno, l’UNEP ha affidato a Plant-for-the-Planet la gestione della “Billion Tree Campaign”, lanciata nel 2006 da Wangari Maathai.
Mentre portava avanti i suoi progetti ambientalisti, ha continuato a studiare e nel 2015 si è diplomato presso la Munich International School, per poi frequentare il corso di laurea in Relazioni internazionali presso la SOAS, Università di Londra, dove si è laureato tre anni dopo.
Da settembre del 2018 è un dottorando in Scienze Ambientali presso l’ETH di Zurigo e, da allora, continua a dividersi tra i suoi impegni accademici e quelli da attivista.
Plant-for-the-Planet
«Stop talking. Start planting.»
Motto di Plant-for-the-Planet[3]

Plant-for-the-Planet è un movimento globale, che combatte il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità cercando di ricostruire gli ecosistemi tipici delle foreste. Il loro scopo è proteggere i tre trilioni di alberi presenti attualmente sulla Terra e piantarne (ma sarebbe meglio dire “ripiantarne) un altro trilione. Infatti, sulla Terra c’erano sei trilioni di alberi, prima che gli esseri umani li dimezzassero. Purtroppo, non sarà mai possibile ripiantare i tre trilioni di alberi perduti senza invadere i terreni agricoli, ma la ricerca scientifica sostiene che l’attività umana possa convivere con un altro trilione di alberi.
I partecipanti dell’organizzazione, per lo più giovani, si dividono tra membri e ambasciatori. Per diventare ambasciatori è sufficiente frequentare l’Academy, che consiste in una conferenza di un giorno.
Uno dei modi in cui Plant-for-the-planet finanzia gli alberi e le sue attività è il Change Chocolate.
La sua storia inizia nel 2012, quando Felix Finkbeiner fu invitato a parlare ad una Convention dell’industria del cioccolato, davanti a 350 leader del settore. Dopo aver spiegato l’importanza degli alberi nella lotta al cambiamento globale, fece una richiesta: donare un euro per ogni tonnellata di cioccolato che veniva prodotta. Nessuno dei presenti si offrì di partecipare. «This is shocking.»[4], fu il commento di Finkbeiner, subito prima di lasciare il palco.
Quella che poteva essere una storia dal finale triste è cambiata, quando, pochi giorni dopo, Max, un bambino di 12 anni, propose di produrre direttamente il cioccolato per piantare gli alberi.
Ed è nato così il Change Chocolate, un prodotto Fairtrade, che attualmente viene venduto in 20.000 negozi in Austria e in Germania. Con la vendita di cinque tavolette si finanzia un albero e questi guadagni vengono investiti principalmente per piantare alberi nello Yucatán, in Messico.
Chissà se questa storia è stata di esempio e la prossima volta che un bambino parlerà davanti a 350 adulti, leader di un qualche settore mondiale, chiedendo uno sforzo economico minimo per cambiare qualcosa nel mondo sarà ascoltato.
O se, ancora una volta, i bambini dovranno pensarci da soli.
Per la redazione Irene

[1] https://www.youtube.com/watch?v=rx_l1Y_nG40
[2] https://en.wikipedia.org/wiki/Ridhima_Pandey
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