Quante fobie intorno al sesso! L’educazione sessuale non basta.
La ‘genofobia’ – detta anche ‘coitofobia’ – è la paura irrazionale di avere rapporti sessuali. In essa le situazioni d’intimità sono oggetto d’evitamento, e l’individuo patisce una forma d’ansia o nervosismo che può essere generata da tutti gli atti intimi – quindi non dal solo rapporto coitale. A irrequietezza e angoscia si possono sommare importanti sintomi fisici. Poiché coloro che sono affetti da genofobia tendono a evitare la possibilità d’intimità, questa paura può generare problemi in ambito sentimentale.
La genofobia non dev’essere confusa con l’’erotofobia’, che è invece la paura della sessualità.
La genofobia è codificata come disturbo mentale, per la precisione come fobia specifica. I suoi fattori scatenanti non possono essere individuati con precisione, ma sono per lo più associati a un grave trauma o a una specifica forma di educazione culturale. Sensi di colpa, rispetto delle tradizioni, insicurezze, problemi d’immagine corporea e preoccupazioni mediche possono acuire la genofobia.
Anche le paure legate all’ansia da prestazione possono degenerare in genofobia.
La genofobia – specialmente quando determina l’evitamento del sesso occasionale – può essere legata alla paura delle malattie sessualmente trasmissibili. In questi casi la genofobia può essere facilmente contrastata ricorrendo a contraccettivi di barriera. Spesso le persone che, per questioni igienico-sanitarie, hanno paura dei rapporti sessuali, soffrono anche di ipocondria e misofobia.
La genofobia tende a generare estrema solitudine e profonda angoscia in chi ne è affetto.
La storia di Samuel
Ultimamente Samuel [nome di fantasia] si è trovato a riflettere molto sulla sua sfera sessuale. Secondo i dati precedentemente indicati non può essere definito come individuo genofobico; presenta però una combinazione di ansia da prestazione, bassa autostima e ‘sarmassofobia’ (paura di avere una relazione).
Samuel ha una buona conoscenza teorica dell’argomento ‘sesso’, ma prova al tempo stesso un forte senso d’inadeguatezza al riguardo; questo perché è carente d’esperienza pratica. Carenza di cui lui stesso si ritiene parzialmente colpevole, poiché ha sempre avuto paura di affrontare le vulnerabilità derivanti dalle situazioni di intimità.
In merito alla genofobia, comunque, Samuel fa presente di aver avuto attacchi di panico in situazioni intime. Forse in passato questo era ancor più marcato, e grazie alle immagini di ‘nudo’ veicolate dai social il problema si è venuto man mano alleviando. Il fatto dimostra che Samuel, attraverso la semplice esposizione ripetuta agli stimoli, è in grado di superare ansie e resistenze – ecco perché non può essere definito quale genofobico.
Il senso di inadeguatezza di Samuel è stato rafforzato da episodi fallimentari e problematici. Questi hanno probabilmente determinato un’erronea auto-percezione delle capacità: pur riconoscendo che il sesso è naturale e benefico, infatti, crede che non gli possa esser destinato.
Quella di cui soffre Samuel non può esser tanto definita genofobia, quanto sarmassofobia; questa è caratterizzata da ansie e insicurezze legate alle situazioni romantiche – e in lui determinate dalle aspettative sociali, che a 25 anni lo fanno sentire «ritardato» perché non ha mai avuto relazioni sentimentali.
Come già detto, Samuel ha una buona conoscenza teorica del sesso, ma ha al tempo stesso paura di parlarne, perché teme d’essere giudicato e messo al confronto con altri.
Spesso, quando gli si presenta l’occasione d’avere un rapporto sessuale, Samuel si paralizza, convinto che non potrà soddisfare il o la partner.
Ha un’ansia e un’insicurezza che dipendono da profondi fattori emotivi, e che non possono essere superati attraverso una semplice educazione sessuale, per buona che possa essere.
Per la Redazione
Christian Trevisti
PSICOLOGIA Quando il sesso diventa un problema – Erica Badalassi
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