L’UE e la liberta’ di stampa
Come definito dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea e della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti fondamentali, la libertà dei media nell’Unione europea è un diritto fondamentale che si applica a tutti gli Stati membri dell’Unione europea e a tutti i suoi cittadini. Nel processo di allargamento dell’UE, la libertà di stampa è diventata un’importante indicatore per l’ingresso di un paese all’interno dell’Unione.
La libertà dei media è un qualcosa inerente ad una democrazia ben funzionante, poiché è uno strumento che consente ai cittadini di scegliere liberamente per chi votare, basandosi su informazioni e fatti indipendenti e pluralistiche. In particolare, maggiori sono le fonti di notizie, le informazioni e le opinioni, maggiore è il livello di trasparenza e di indipendenza dei media di un paese.
Molto spesso la libertà di stampa è spesso vista come un cane da guardia o watchdog, ovvero uno strumento contro il potere pubblico che permette ai cittadini e all’opinione pubblica di essere informati e di osservare le azioni dei vari governi. Molto spesso la libertà di stampa e dei media si intrinseca con la libertà di espressione, intesa come garanzia del diritto del singolo giornalista di esprimere la propria opinione, ma anche come diretto della stampa, intesa come istituzione, di informare i cittadini. Ed è proprio in questo senso che la libertà di espressione si intrinseca alla libertà di stampa dei media, poiché le autorità statali e non devono garantire la non ingerenza nella diffusione delle informazioni ed evitare le pressioni di altri attori pubblici e privati.
La libertà di stampa è garantita sia a livello internazionale che europeo.
Gli articoli 19 della Dichiarazione universale dei diritti umani e del Patto internazionale sui diritti civili e politici riconoscono la libertà di espressione e dei media tra i Diritti Umani fondamentali. Nonostante questo, la loro applicazione dipende essenzialmente dalla volontà dello stato di adottare misure che garantiscano la loro efficacia.
A livello europeo, il Consiglio d’ Europa, si riferisce al diritto di espressione in maniera diversa. In particolare, nella Convenzione europea dei diritti umani (CEDU), tale diritto viene definito in maniera seguente dall’art. 10 della CEDU:
- “Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Questo diritto include la libertà di tenere opinioni e di ricevere e diffondere informazioni e idee senza interferenze da parte dell’autorità pubblica e indipendentemente dalle frontiere.”
- “L’esercizio di queste libertà, dal svolge con esso doveri e responsabilità, può essere soggetto a tali formalità, condizioni, restrizioni o sanzioni come prescritto dalla legge e sono necessari in una società democratica, nell’interesse della sicurezza nazionale, dell’integrità territoriale o della sicurezza pubblica.”
A differenza della Dichiarazione universale dei diritti, nella CEDU la libertà di espressione non è riconosciuta come un diritto assoluto, poiché tale diritto può essere limitato nel momento in cui si parli di altri diritti fondamentali o se tale diritto sia un pericolo per la sicurezza nazionale. Per esempio, il diritto di espressione potrebbe venire meno se si parla di diritto alla privacy o protezione di dati.
L’unico caso in cui la giurisprudenza europea ha protetto la libertà dei media è quando la Corte europea dei diritti dell’uomo ha sottolineato quanto deleterie siano le sanzioni contro le varie testate giornalistiche che si sono succedute a partire dalla fine degli anni Settanta. In questo senso la sentenza della Corte ha segnato la protezione del giornalismo investigativo e delle fonti di informazione giornalistica.
Come affermato precedentemente, la libertà di espressione e di stampa sono indicatori importanti per l’entrata di un paese all’interno dell’Unione Europea. Tuttavia, una volta avvenuto l’ingresso le istituzioni europee hanno un potere limitato per quanto concerne il rispetto continuo di tali libertà e diritti. Questo fenomeno, noto come il Dilemma di Copenaghen, è stato oggetto di un provvedimento del Parlamento europeo con il nome “Carta UE: impostazioni standard per la libertà dei media in tutta l’UE”, adottato nel maggio 2013. Tale documento mette in evidenza l’importanza di monitorare lo sviluppo dei diritti di espressione e dei media nei vari Stati membri, affinché non vengano violati, attribuendo questo compito all’Agenzia europea dei diritti fondamentali.
A livello legislativo, nell’aprile del 2022, la Commissione europea ha proposto una direttiva volta a bloccare procedimenti giudiziari infondati o abusivi contro giornalisti, prevedendo una serie di garanzie per l’intera categoria. Dopo varie discussioni nelle varie sedi europee, il 30 novembre 2023, il Consiglio e il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo sulla direttiva, adottata il 19 marzo 2024 dal Consiglio.
Un altro passo avanti fatto a livello europeo verso la libertà dei media è stata la proposta avanzata dalla Commissione europea per la Legge Europea per la libertà dei media, volta ad introdurre misure per proteggere giornalisti e chi lavora nei servizi di media da ingerenze politiche. Tali norme garantiranno ai cittadini europei una maggiore pluralità di informazioni e indipendenza dei media in tutta l’Unione europea.
Questi passi avanti fatti a livello normativo europeo sono un chiaro segno del forte impegno dell’Europa verso una maggiore trasparenza e minore strumentalizzazione delle notizie politiche.
Per la redazione
Cristina Castro
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